Arianna Badini
Arianna Badini

Arianna, classe 97, pesci ascendente bilancia. Ama l'arte, principalmente contemporanea, giocare a carte, e la luce che a una certa ora colpisce le cime delle montagne mentre tutto il resto è oramai in ombra.
Adora impastare, stendere, tornire e smaltare l'argilla, toccarla e accarezzarla, sporcandosi come un minatore alle prese con il carbon Coke: e così nascono tazzine, ciotole, piatti, vasi e bicchieri aggraziati e gentili, dai colori delicati come la natura che circonda il mondo di Arianna.

Il suo laboratorio di ceramica, sulla cima di un morbido poggio, era una vecchia selleria abitata da topolini, e ora è un perfetto mix tra un wunderkammer e l'antro di Mangiafuoco: amuleti, fango, peli di tasso, reazioni chimiche, foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia: la topaia, appunto.

"Durante il processo di creazione cerco una coerenza tra i materiali, la tecnica e la forma: la filosofia del mio lavoro potrebbe forse essere esaurita con l’affermazione “ogni gesto è un rito”. Amo la ceramica perché è inclusiva e non ha confini: ovunque si può passeggiare e trovare un coccio, e dietro a questo coccio scoprire tradizioni, tecniche ed estetiche, sfaccettate, diverse e uguali in tutto il pianeta. Acque evaporate di anni e anni fa, reazioni chimiche avvenute con chissà quali fuochi, terre scovate con chissà quali mani. La ceramica è estetica, etica e politica, per questo la faccio.”